La sindrome da apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia sotto diagnosticata con una elevata prevalenza ed è caratterizzata da ripetuti episodi di parziale o totale occlusione delle vie aeree superiori durante il sonno con conseguente riduzione o cessazione del flusso di aria che raggiunge i polmoni e persistenza di movimenti toraco- diaframmatici.
La sindrome da apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia sotto diagnosticata con una elevata prevalenza ed è caratterizzata da ripetuti episodi di parziale o totale occlusione delle vie aeree superiori durante il sonno con conseguente riduzione o cessazione del flusso di aria che raggiunge i polmoni e persistenza di movimenti toraco- diaframmatici.
Alcuni dati
La prevalenza nella popolazione europea è stimata del 4% negli uomini e del 2% nelle donne oltre i 30 anni e tende ad aumentare fino ai 50. In Sicilia i dati del 2018 mostrano una prevalenza generale nella popolazione del 1,25% (database Health Research Medicina Generale) confermando la drammatica sotto diagnosi ma con un confortante trend in salita nell’ultimo decennio; la prevalenza, maggiore nel sesso maschile rispetto al femminile, mostra il nadir nella fascia d’età compresa fra 62 e 74 aa (4,01 uomini, 1,58 donne) per poi decrescere nelle fasce d’età più elevate.
I sintomi
I sintomi più eclatanti sono rappresentati dal russamento fragoroso, sensazione improvvisa di soffocamento durante il sonno; inoltre poiché il russatore affetto da apnee notturne non raggiunge mai un sonno profondo e avrà una tipica sonnolenza diurna con gravi ripercussioni sulle sue normali attività quotidiane, alterazioni dello stato cognitivo e nicturia. La saturazione dell’ossiemoglobina notturna è marcatamente ridotta e ciò si ripercuote sulla dinamica cardiovascolare con conseguenti episodi di ipertensione e scompenso cardiaco.
I fattori di rischio
I fattori di rischio sono rappresentati dall’ereditarietà familiare (obesità, circonferenza collo), anomalie congenite, razza e alterazioni della morfologia cranio-facciale.
La diagnosi
Le linee guida per la diagnosi di OSAS nell’adulto prevedono la raccolta di sintomi (russamento, apnee notturne, risvegli notturni con soffocamento e sonnolenza diurna, etc.) e di segni obiettivi (obesità, collo grosso ed alterazioni di sviluppo dello scheletro facciale,etc.) per stilare una probabilità di presenza della patologia.
La valutazione clinica del paziente si avvale anche della somministrazione di particolari questionari (scala di Epworth, Berlin, Stop-Bang, Questionario per il medico del lavoro AIMS – Snore Score TM) e di metodiche strumentali (Multiple sleep latency test); l’utilizzo dei primi è fondamentale per valutare l’efficacia del trattamento e di conseguenza decidere con quale apparecchiatura eseguire la polisonnografia.
La diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne non può prescindere dall’esecuzione di un esame strumentale che ne confermi le caratteristiche e il livello di gravità: la polisonnografia.
Quest'esame consiste nella registrazione continua (simile a quella dell'holter elettrocardiografico o pressorio), durante il sonno del paziente, di diversi parametri fisiologici importanti per la valutazione e la diagnosi della roncopatia cronica e del’OSAS: il flusso respiratorio nasale, il livello di saturazione di ossigeno del sangue, la frequenza cardiaca, i movimenti respiratori toracici e addominali e l'intensità dei suoni emessi.
I dati registrati su una piccola scheda magnetica vengono poi riversati nella memoria di un computer, analizzati in dettaglio e refertati. La registrazione polisonnografica dura tra le 6 e le 7 ore e viene generalmente effettuata mediante ricovero di almeno una notte, presso una struttura ospedaliera qualificata. Gli apparecchi più recenti, di piccola dimensione, consentono di effettuare la registrazione anche allo stesso domicilio del paziente dove tecnici esperti provvederanno alla preparazione dell'apparecchiatura di registrazione prima del sonno notturno.
La terapia
Lo scopo della terapia nell’OSAS è ridurre il “rumore”, la sonnolenza diurna e l’arresto del flusso aereo oro-nasale e conseguentemente migliorare la meccanica respiratoria durante il sonno. Gli approcci terapeutici sono numerosi, primo fra tutti il trattamento clinico-farmacologico (calo ponderale quando necessario, modifica del decubito notturno, terapia con evitamento di farmaci ansiolitici), tuttavia il trattamento più efficace per far cessare gli episodi di apnea è la ventilazione a pressione positiva o CPAP (Continuous Positive Air Pressure) che consente l'insufflazione continua di aria a pressione positiva per via nasale o oro-nasale impedendo il collasso delle vie aeree. Quando non assolutamente tollerata sono validati anche altri trattamenti come quello ortodontico con dispositivo di avanzamento mandibolare (DAM) da indossare durante la notte ed infine il trattamento chirurgico ORL (UPPP -Uvulo Palato-faringo Plastica- attualmente sostituita dalla LAUP- Uvulo Palato plastica Laser Assistita-) e maxillo-facciale. Tra i metodi meccanici, l'ossigenoterapia migliora la saturazione di O2 ma non riduce il numero di apnee né la loro durata o la roncopatia.
Per informazioni: dott.ssa Salvina Puglisi Resp. Pneumologia Casa di cura Musumeci Gecas Gravina di Catania tel. 095 7504611