Tumore al seno: Ogni Donna merita di più! A cura del dott. Paolo Fontana
Se mettiamo a confronto la nostra percezione del tumore della mammella con i periodi passati ci accorgiamo che qualcosa di nuovo e poco definito prima di adesso, contraddistingue il nostro pensiero attuale. E questo fatto nuovo in una parola è il rischio; il rischio che condivide e vive il destino di ogni Donna che ad esso si sente indissolubilmente legata e in esso racchiude il suo timore e la sua stessa vita; il rischio che diventa soggetto di numerosi dibattiti e ipotesi scientifiche a volte discutibili; il rischio che sottolinea i nostri limiti nella conoscenza di quel fattore iniziale come unico responsabile della malattia.
Tuttavia identificare il rischio rappresenta un decisivo passo avanti nella lotta contro il tumore mammario e se questo è vero dobbiamo fare subito un’altra osservazione e cioè che quando parliamo di rischio ci riferiamo a qualcosa conosciuto, ma non assoluto.
Il principio fondamentale nella diversità di genere è il patrimonio genetico che si esprime attraverso il manifestarsi di tutti i caratteri secondari che diversificano l’Uomo dalla Donna. Il primo Rischio, oggettivamente rilevabile al di là di qualsiasi variazione geografica o di razza è proprio l’essere Donna. È un fatto costante e di facile evidenza. I tratti distintivi di genere, sono mediati dagli ormoni. Sono loro che influenzano fisico e psiche, sono loro che permettono il perpetuarsi della vita. Numerosi studi hanno descritto in maniera minuta il rapporto tra gli ormoni e il tumore della mammella rendendo incomprensibile è difficile da accettare questo legame di vita e malattia.
Il menarca o più semplicemente l’età delle prime mestruazioni, l’età della prima gravidanza e il numero di gravidanze, l’allattamento, se si è avuto un aborto, il numero e l’età del primo, l’uso di terapia ormonale contraccettiva, l’età della menopausa e l’uso di terapia ormonale sostitutiva sono tutti manifestazioni della vita riproduttiva della Donna mediati dall’azione degli ormoni, una finestra in cui un cambiamento, quantitativo o qualitativo, di queste proteine può modificare la loro naturale funzione che può sfociare in malattia.
Un altro rischio riconosciuto è legato ad uno stile di vita insano, come una dieta non corretta, l’abuso di alcool, il fumo di sigaretta, la vita sedentaria e la mancanza di attività fisica, l’obesità, ma anche l’esposizione a fattori fisici ambientali e a sostanze chimiche in particolari attività occupazionali. Non è qui il caso di analizzarli singolarmente, ci basta osservare come alcuni di essi siano modificabili attraverso misure correttive, mentre altri sono non modificabili, radicati nella natura stessa dell’essere Donna come inalienabile patrimonio genetico.
Nel 2023 sono stati stimati circa 55.900 nuove diagnosi di tumore mammario nelle Donne, circa 550 sono quelli della mammella maschile, con un rapporto di 1 su 100. Il 20% circa di queste nuove diagnosi ha meno di 40 anni di età, che equivale a circa 11.180 Donne. Le Donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore della mammella sono 834.000. Bisogna riconoscere che l’aumento del numero dei nuovi casi a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni è indubbiamente influenzato da una scelta di vivere che espone ad un maggiore rischio e ad una minor protezione e dobbiamo sottolineare che attualmente non esistono programmi di screening per le Donne giovani e questo determina un enorme problema socio sanitario, che non equivale comunque ad accettare un rischio senza porvi un limite concreto!
Poche Donne sanno, per esempio, che l’alcool è un fattore di rischio certo, riconosciuto da tutta la comunità scientifica e che l’esercizio fisico regolare riduce la probabilità di ammalarsi. Diversi studi hanno evidenziato che un regime alimentare sano e povero di grassi può ridurre il rischio di mortalità di tumore al seno sino al 20%.
Un altro aspetto di prevenzione secondaria è la conoscenza del proprio seno, intesa come capacità di individuare un nuovo cambiamento in un organo per biologia in continua trasformazione. Il seno di una ragazza che ha appena conosciuto il menarca assomiglia allo stato d’animo tipico dell’adolescenza. Il seno di una Donna in età fertile segue la danza degli ormoni. I suoi cambiamenti sono legati alla ciclicità ormonale. Il seno di una Donna in menopausa ha subito il processo d’involuzione legato all’invecchiamento, ma continua a parlare, ricco di un linguaggio che lei deve saper cogliere e interpretare in maniera diversa anche se ad aiutarla non ci sono più i flussi mestruali che le confermano i cambiamenti. Una grande trasformazione che gli occhi non vedono, ma le mani attente di chi conosce il proprio seno riesce a percepire.
Bisogna impegnarsi affinché tali accorgimenti non siano solo slogan o luoghi comuni, ma insegnamenti di vita e vengano seguiti giorno per giorno e qui sta il carattere distintivo della scienza attuale nel riconoscimento del loro valore e della società moderna nel sensibilizzare ogni Donna verso qualsiasi misura a tutela della sua salute. Un intervento trasversale di salute pubblica, a tutti i livelli sociali, nelle famiglie, nelle scuole, nelle comunità parrocchiali, nei gruppi di associazioni giovanili, fin dall’età adolescenziale, attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione, che favorisca il diffondersi di una nuova cultura preventiva di genere, rappresenta una conquista dell’età moderna e patrimonio per la Donna di domani.
A cura del dottor Paolo Fontana Direttore Breast Unit IOM Nicoletta Zorzan